domenica 4 marzo 2007

Oltre Finisterre

"E' morto Alejandro Finisterre, poeta, filosofo, editore, ballerino di tip tap e fiero oppositore del regime di Francisco Franco. Tra i primi dirottatori aerei della storia dell'aviazione. Anche se il suo nome non passerà alla storia per tutto questo, ma per aver inventato il futbolìn, cioè il calciobalilla, il bilardino nella versione più moderna. Un'idea di cui parlò sempre poco perché non ne andava particolarmente fiero." G. Giuliani

Ho letto la notizia e ho deciso di informarmi, forse per poterlo ringraziare meglio.
Aveva diciassette anni, quando - ferito e ricoverato in ospedale durante la guerra civile spagnola - inventò un gioco di pallone da tavolo per gli altri ragazzi ricoverati con lui, molti dei quali non avrebbero piu' potuto giocare con le proprie gambe. Si mise all'opera assieme al carpentiere dell'ospedale e in breve tempo le palline iniziarono a insaccarsi nelle porte, tra i corridoi del reparto: era nato il calciobalilla.
Scappato dalla Spagna, dopo la vittoria franchista, vivrà in Francia, in Ecuador, in Messico, tra rivoluzioni, colpi di stato e letteratura. Laureato in filosofia, scrittore, diventò editore per permettere ai tanti esuli di lingua spagnola di pubblicare i propri lavori. Tornò poi in spagna, sempre continuando la sua vita eclettica e riservata.
Talmente riservata che della sua morte la stampa è venuta a conoscenza con molti giorni di ritardo e con dati contraddittori: l'8, il 9 di febbraio, per alcuni addirittura una settimana dopo.

In questa vita avventurosa, il biliardino non ebbe che una minuscola parte durante la sua gioventu'. E scomparve del tutto durante la fuga dalla Spagna, quando perse i documenti che attestavano la sua invenzione.
Si dice però che giocò un'ultima partita, anni dopo, ancora un volta in fuga, con Ernesto Guevara.
Me lo vedo, il Che, che gli dice "Eh no, Alejandro! Non si frulla! Dovresti saperlo: l'hai inventato tu!".

Ritiro quanto ho detto sulla fine della fiaba...

10 commenti:

accento svedese ha detto...

In adolescenza sono stato un animale da bar di paese, penso di aver speso milioni in partite a calcio balilla (o calcino, come lo chiamavamo noi) e creso di aver voce in capitolo sul tema.
Ce lo vedo il Che che dopo una finta seguita da tiro fulminante e gol urla: "Fotoooo!"
Oppure per fare il gradasso dice ad un bambino che osserva la partita: "Metti le dita qui, senti che è caldo" indicando la parte superiore alla porta, per poi schiacciargli il dito con il portiere non appena questi cade nel tranello. :D

giac ha detto...

le varie federazioni italiane sono divise tra chiamarlo calcio balilla o biliardino.
Anche per me è invece eternamente "il calcino": pare però sia una denominazione regionale...

In piu', riguardando la foto che ho pubblicato, mi stavo domandando: ma oltre ai tradizionali omini blu e rossi (tra l'altro sarà un caso?), quale sarà la consuetudine su quali colori siano legittimi e quali invece indubitabilmente inaccettabili?

duccio ha detto...

non mi ricordo bene ma quando ero un bimbetto mi avevano insegnato un modo per continuare a giocare gratis per ore... la questione aveva a che vedere lo stecchetto del ghiacciolo...
bho, non ricordo più...
si diventa vecchi e si dimenticano per prime sempre le cose più importanti.

accento svedese ha detto...

Per giocare gratis usavamo imbottire di carta igienica le porte, così la pallina non scendeva mai. Altri modi non conosco... :D
Per quanto riguarda i colori, io ho sempre visto i classici rossi contro blu, ma non so se sia così in ogni parte d'Italia. Forse la colorazione ha motivazioni politiche, per cui da noi è così, mentre in Veneto e in Lombardia i rossi saranno sostituiti dai verdi e in Sicilia dai neri. :D

duccio ha detto...

allora sogno un mondo dove i rossi siano schierati contro i meno rossi...

:D

Maat ha detto...

E dire che di recente commercializzavano un biliardino tutto in plastica, da casa e, orrore!, l'avevano fatto con le maglie intercambiabili.

Non c'è più religione...

Ciao giac, grazie per la visita. Ti ho risposto sul mio blog, a volte in maniera accorata, spero vorrai perdonare il mio impeto. ^_^

È un bel blog, ad ogni modo. Penso che ti linkerò. Ti secca? :)

accento svedese ha detto...

Io ne avevo uno di plastica, gialli contro blu. Gli ometti si muovevano meccanicamente con i tasti. Veramente anni ottanta! :D

giac ha detto...

@ bardamu: temo scoppierebbero risse insanabili tra le file di giocatori rossi e quelli meno rossi...

@ matt: se neppure nel calcino esisteranno piu' i calciatore-bandiera, quelli che indossano per tutta la vita la stessa maglia, non saprò piu' dove sbattere la testa... forse la infilerò tra il bordo e il retro della porta, dove diceva federico...

Sono lusingato del link, che provvedo con piacere a ricambiare.

@ federico: meccanicamente con i tasti? tipo quelli del basket meccanico, con i buchi per spingere la pallina?

accento svedese ha detto...

Più o meno sì, anche se non c'erano i buchi per spingere la pallina... i giocatori muovevano anche la gamba destra. Del tipo schiacciavi il tasto e il giocatore avanzava di qualche centimetro per poi calciare il pallone con la gamba mobile. Non è una frase di senso compiuto ma spero che si sia capito ugualmente. :D

giac ha detto...

@ federico: accidenti, non pensavo così evoluto! Roba da far inginocchiare la playstation in segno di rispetto :-)