mercoledì 7 marzo 2007

In regime di concorrenza

Dopo i giorni concitati di fine mese, mi sto prendendo qualche giorno di respiro, facendo altro.

Tuttavia l’altroieri, a Roma per il Master, mi è caduto l'occhio su di una edicola, nella quale svettava una nuova pubblicazione.
Si chiama "Scrivere" e in copertina mi è sembrato di vedere un noto scrittore riccio, che, sempre che fosse lui, si è già dedicato in passato ad insegnare queste cose.

Solo che allora, in quel di Torino, il costo del corso era di oltre 12.000 €, mentre qui suppongo sarà al massimo un millesimo di tale cifra.
Speriamo dunque che non se ne accorga nessuno... o che sia fatto male... insomma speriamo che gli imitatori di Alessandro Baricco (ops... mi è scappato il nome... o l'avrò invece scritto per attirare lettori inconsapevoli attraverso i motori di ricerca?) non facciano aumentare ulteriormente la concorrenza: non dovrò mica lavorare nell'unico campo in Italia dove si sia davvero in regime di concorrenza?

Credo però di poter stare tranquillo: non basta essere in tanti perchè ci sia concorrenza, e non si inizierà certo dalla letteratura a premiare il merito... per fortuna? ;-)

3 commenti:

accento svedese ha detto...

Baricco è insopportabile. Invece, la definizione "uno scrittore da marciapiede" è quanto di più geniale sia dato conoscere. Ottimo! ;)

giac ha detto...

La discussione su quell'uomo è sempre difficile. Che si sia montato la testa è indubbio. Che sappia fare a scrivere bene credo pure. Sul modo in cui usi le sue capacità invece i dubbi sono notevoli. Questo gusto del fare la frase bella perchè "si si questa frase è bella e io ti so scrivere queste frasi belle che fanno effetto" non è proprio la mia passione. Anzi mi mette decisamente irritazione.
Però uella trasmissione del '93 sull'opera mi pare fosse proprio carina (ero piccolo, se qualcuno se la ricorda meglio batta un colpo).
E forse non avrei letto "bartleby lo scrivano", senza di lui.

Maat ha detto...

E dire che ho considerato Oceanomare il mio libro preferito per un sacco di tempo.
Vabè, ero piccolina e sprovveduta quando lo lessi e, si sa, le piccoline e sprovvedute ci cascano sempre.

Ma sono anch'io combattuta come te sul giudizio, caro giac. Troppi occhi strizzati all'effetto, su questo non (ci, che però è grammaticalmente una cacata) piove. Però la farina del sacco dell'Alessandro riccioluto è di valore, in fondo.