venerdì 23 marzo 2007

Un volto e una storia

Dell’uomo che ho scovato, voglio ora fornire l'aspetto: quello che pare fosse il suo aspetto.

Guardate dunque questo ritratto. Vi sembrerà forse non possa essere un personaggio interessante. L’incisore lo incontrò quando aveva quasi cinquantacinque anni ed era già tornato alla sua Università, in Europa, da molto tempo.

Provate però ad immaginarvelo all’età di trentadue anni. A migliaia di chilometri di distanza. Risalire la corrente dell’Hudson pagaiando con due guide irochesi, la barba lunga, impregnato di grasso d’orso per tenere lontani gli insetti, stremato dallo sforzo. E non per scuoiare pellicce o per vendere rum, ma per cercare una cosa. O meglio, tutte le cose.

Ora riguardatelo negli occhi. E ditemi che non abbiamo tutti almeno una storia che valga la pena raccontare. Che si debba raccontare.

mercoledì 21 marzo 2007

Di brutti risultati, nuove aspettative e box doccia

Mentre attendo di aver terminato la lettura del libro del post precedente, per poi buttarmi sul racconto correlato e sull'uomo le cui gesta narrerà, ho deciso di rimettermi forzatamente al lavoro con un altro paio di concorsi in scadenza.

Ho infatti incassato in questi giorni due pessimi risultati: da un brevissimo raconto inviato al concorso del Cavedio a Varese e dalla mia prima fiaba, che avevo inviato a Prato di Fiabe. In entrambi non sono tra i finalisti.

Dunque ho deciso di rimangiarmi quanto detto su "marzo mese sabbatico" (niente concorsi per lavorare alla tesi di Master) e quindi di prendere parte a due concorsi a tema libero (alcune indicazioni, ma non esplicite), tra le 6.000 e le 10.000 battute, in scadenza a fine mese.

Per il primo penso scriverò un altra storia legata all'emigrazione (fino ad ora han portato bene), per l'altro credo utilizzerò un'idea che mi è venuta in questi giorni, su un cassiere di un megastore di "fai da te", impegnato tutto il giorno a immaginarsi la vita dei clienti, dagli strani acquisti che scorrono sul rullo della cassa.

E a questo punto spengo il laptop, che appunto faccio forse in tempo a passare da Leroy Merlin a cercare un profilino plastico per sistemare il box doccia... tra l'altro quello del prossimo concorso sarà il secondo racconto in cui parlo del mio box doccia in costruzione, meglio che accelleri il montaggio o rischio l'ossessività, la noia, o di essere scambiato per un rappresentante... diranno "mah guarda ormai il marketing cosa non ti va a pensare..."

domenica 18 marzo 2007

Caccia all'uomo

Esce il 20 marzo il nuovo libro dei Wu Ming. Si intitola Manituana e questa volta lo attendo con particolare interesse.
Ma facciamo un passo indietro. Per saperne di piu’ su Wu Ming (nome collettivo di cinque scrittori bolognesi per nascita o adozione) basta visitare il loro sito www.wumingfoundation.com per cui voglio solo fare una breve nota sul mio rapporto con loro.
Nel mio piccolo mi piace pensare di aver minimamente partecipato nei ’90 alla bella esperienza di guerriglia informativa del Luther Blisset Project, da cui gli attuali Wu Ming fecero nascere il progetto editoriale “Q”. Ho quindi poi continuato a leggerli con affetto e al Festival della Letteratura di Mantova di qualche anno fa, fui tra quelli che si interessarono alla creazione di un gruppo di “lettori residenti” collaterali a Wu Ming, partecipando nei mesi seguenti alla fondazione de “Iquindici”.
Iquindici hanno poi fatto tante cose interessanti, quando me ne ero già distaccato… voglio pensare sia un caso :-). Wu Ming ha continuato a scrivere e a comunicare con la comunità, ma fatto sta che avevo un po’ perso di vista tutto questo.
Nei mesi scorsi però ho ripreso a seguire in diretta la nascita dei primi racconti collaterali al libro, scritti per entrare nell’atmosfera e cercare di iniziare a costruire un immaginario legato al periodo storico, ai luoghi, alle persone, alle storie.

E veniamo dunque al motivo per cui sono particolarmente interessato, che è proprio questo: nei prossimi anni i Wu Ming continueranno a lavorare su questi temi per altri due libri e leggeranno e pubblicheranno i racconti piu’ interessanti che gli verranno inviati, aventi come argomento e ambientazioni quelli della serie di libri.
Nelle scorse settimane mi sono documentato, ho ricercato, scartabellato, riflettuto, preso appunti, tradotto, ordinato e ricevuto, ma alla fine credo di averlo stanato: ho il mio uomo. Il protagonista del mio racconto. Un racconto in evoluzione. In tutti i sensi ;-) (prima o poi diventerà piu’ chiaro il perché ora stia ammiccando…). Ma l’idea che sta nascendo, fino ad ora, mi sembra valida.
Dunque sono pronto, ma a questo punto, se dovessi scoprire che la mia storia è già stata raccontata nel libro, sarebbe un brutto colpo… dunque eccomi in attesa davanti alla libreria, come i giapponesi quando esce la nuova playstation… con le dita incrociate, nella speranza che l’uomo a cui ho dato la caccia con successo, si sia invece nascosto meglio, mentre passavano i Wu Ming…

venerdì 16 marzo 2007

Il vecchio e i concorsi

Mi è stato imposto un semaforo rosso, per il momento, per la pubblicazione dei racconti. I responsabili dei concorsi dicono di attendere che escano prima le loro pubblicazioni, per cui secondo loro dovrei aspettare mesi per metterli qui.
Penso dunque che farò una via di mezzo, selezionando e pubblicando sul blog i racconti che i regolamenti lasciavano piu' liberi, però mi servirà un po’ per rileggermi le postille di ogni bando…

Nel frattempo aggiungo la versione completa di queste righe che da qualche tempo compaiono nel mio profilo, e che sono talmente attinenti a questo blog, che meritano un post tutto loro.
In un passaggio dei 49 racconti di Hemingway, infatti, il protagonista si chiede “Novelle a premio. Scriveranno, i loro autori, i capolavori di domani?”.
Dal tono che usa, sembra far capire che non pensi sia così, ed in effetti temo proprio di concordare con la sua risposta. Però per il momento ci pago le bollette! E poi, dai, non si sa mai…

mercoledì 14 marzo 2007

Avranno visto Rimini, prima?

Ho saputo una cosa. Ho saputo che il Kursk, pochi mesi prima di affondare portando con se tutto il suo equipaggio, rimasto vivo per giorni sul fondo del Mare di Barents, effettuò una missione di ricognizione (leggi spionaggio) nel Mediterraneo, per monitorare gli spostamenti della flotta NATO allora impegnata nei bombardamenti alla Serbia per l’affare Kosovo. E che era previsto tornasse in Adriatico nella primavera successiva, a capo della prima grossa missione russa in Mediterraneo da oltre un decennio, se qualcosa non fosse andato storto.

Questa storia mi interessa. Sarà che in queste settimane mi sto un po' disintossicando dai concorsi, e mi torna la voglia di lavorare per me, fatto sta che mi piacerebbe usarla in qualche modo. Farne qualcosa. Ancora non so cosa.

Nel frattempo ho comunque un'ottima scusa per riguardarmi di continuo il video musicale di questo brano di Matt Elliott: the Kursk...


lunedì 12 marzo 2007

Se potessi rinascere...

...mi sa che putroppo rifarei tutto quanto. O almeno questo è ciò che intuisco dalla mia nuova esperienza su Second Life, al punto che ho persino già partecipato ad un concorso letterario (ne parlo piu' sotto) con questo haiku (sic)...

As emptied souls,
face the time, eclipse again
and show forgiveness.

Sono capitato in questo mondo virtuale (vedi www.secondlife.com) dapprima con scetticismo, poi con entusiasmo, poi con distacco o rassegnazione. In ogni caso l'ho trovato inevitabilmente interessante o interessantemente inevitabile.
La cosa che però mi ha colpito maggiormente (oltre a quanto sarebbe comodo volare o vestirsi da Darth Vader a piacimento) è come (non trattandosi di un gioco, ma di una vera organizzazione sociale virtuale) abbia finito per riprodurre su Second Life la mia Real Life. Nonostante cioè avessi la possibilità di trasformarmi in qualunque cosa o persona, con qualunque aspetto, personalità, modi ecc. alla fine il mio avatar mi assomiglia sia fisicamente sia in ciò che gli faccio fare.
E' stato inutile tentare di andare in discoteche, luoghi strani o quant'altro... alla fine i miei landmarks abbondano di parchi naturali e per mettermi a parlare decentemente con qualcuno - fatta eccezione per una rissa tra Bardamu, me ed un greco ubriaco ("...malakas!") - son dovuto andare a concerti di quelli che piacciono a me, o in libreria...
Ora, nel tentativo di vivere appieno il concetto di virtualità, mi sono creato anche un'altra identità ancora, chissà se riuscirò a farle fare cose diverse...

Per il momento però, come se non bastasse... ho già partecipato ad un concorso letterario virtuale su Second Life! L'associazione culturale "Info Writing Center" metteva in palio 500 Linden Dollars (moneta locale di SL) in un concorso di poesia Haiku in lingua inglese.
Io non faccio poesia, non è proprio nelle mie corde, ma l'haiku mi ha sempre ispirato per la sua rigida libertà e uno ogni tanto fa solo bene alla salute. Così ne ho scritto uno classico 5-7-5 (almeno credo, dato che in inglese non son mai stato tanto bravo a contare le sillabe...) ed ho partecipato al mio primo concorso in SL.

Ecco dunque il perchè di quell'haiku. Quanto al tema del concorso, che originalità... era l'amore.
Dal mio punto di vista, il mio haiku è perfettamente in tema, addentrandosi in un aspetto importante, ma non son certo saranno della stessa opinione...

Ah, su Second LIfe mi trovate come TenDollar Writer, o almeno quello è il nome di Jeckyll... il mio Mister Hide non ve lo dico...

sabato 10 marzo 2007

Italia - Resto do Mondu

In attesa che si risolvano alcune controversie che bloccano la pubblicazione sul blog dei primi racconti (ma in settimana dovrei essere pronto), una breve considerazione che nasce dalla visita di blog altrui.

Invidio infatti tantissimo chi ha blog su arti visive, musica e così via, perchè la platea a cui si rivolge è potenzialmente globale. Basta che i post siano scritti in inglese o francese o spagnolo o cinese e così via. Alcuni, come thomascampi, scrivono ad esempio ogni post in versione bilingue. E il mondo ti si apre. Perchè poi quello che condividi (immagini, suoni ecc.) è fruibile da pressoché tutti.
Dato che io invece scrivo, sarebbe putroppo del tutto inutile tradurre questi post, sapendo poi che i lettori che non parlano la lingua di Dante non riuscirebbero a leggere i miei racconti, che sono in ultima analisi la ragione (o il pretesto) dell'esistenza del blog.
Dunque finché non avrò traduzioni degne in lingue diverse (putroppo non basta saperle, tradurre è tutt'altra cosa: c'è qualche volontario?) mi rintanerò nella nostra piccola enclave italofona.

Per il blog tutto questo è un peccato anche perchè pare, dai dati del counter, che queste pagine siano quasi piu' visitate dall'estero che dall'Italia, ma alle assurde località che frequentano queste pagine dedicherò magari un post tra qualche tempo...

giovedì 8 marzo 2007

Dalle stelle alle stalle (o ai campi di patate)

Questa mattina avevo scordato di riattivare la suoneria del cellulare, che avevo disattivato ieri notte al concerto di un amico.
Così quando me ne sono accorto ho trovato cinque chiamate non risposte. Due le ho identificate immediatamente. Altre tre provenivano da un numero che non conoscevo. Per di piu' da un prefisso che non conoscevo.
Ho cercato di identificarlo su Internet, senza successo, scoprendo però che si trattava di un prefisso della zona di Varese.
- Ci siamo! - mi sono detto - Ecco quelli del concorso di Varese che mi comunicano vittorie trionfali e palate di emolumenti!
Così ho telefonato, lasciando un disinvolto messaggio in segreteria, dicendo che ora ero disponibile.

Un istante dopo il mio telefono squillava e sul display compariva il numero misterioso.
- Pronto?
- Si, mi dica, cosa vuole? - oltre al fatto che aveva chiamato lui, avevo l'impressione che il tono fosse un po' diverso da quello dei normali organizzatori di concorsi...
- Ehm, come le dicevo in segreteria, mi avete chiamato voi questa mattina, ma non ho sentito la chiamata...
- Ah ecco! Si, finalmente! Sono il mediatore - nessuna reazione da parte mia - Senta, per quel carico di patate possiamo fare così...

Nota editoriale: in onore della festa della donna ho trovato più opportuno allegare, come immagine di questo post, il fiore del Solanum Tuberosum, piuttosto che il suo ben noto tubero ;-)

mercoledì 7 marzo 2007

In regime di concorrenza

Dopo i giorni concitati di fine mese, mi sto prendendo qualche giorno di respiro, facendo altro.

Tuttavia l’altroieri, a Roma per il Master, mi è caduto l'occhio su di una edicola, nella quale svettava una nuova pubblicazione.
Si chiama "Scrivere" e in copertina mi è sembrato di vedere un noto scrittore riccio, che, sempre che fosse lui, si è già dedicato in passato ad insegnare queste cose.

Solo che allora, in quel di Torino, il costo del corso era di oltre 12.000 €, mentre qui suppongo sarà al massimo un millesimo di tale cifra.
Speriamo dunque che non se ne accorga nessuno... o che sia fatto male... insomma speriamo che gli imitatori di Alessandro Baricco (ops... mi è scappato il nome... o l'avrò invece scritto per attirare lettori inconsapevoli attraverso i motori di ricerca?) non facciano aumentare ulteriormente la concorrenza: non dovrò mica lavorare nell'unico campo in Italia dove si sia davvero in regime di concorrenza?

Credo però di poter stare tranquillo: non basta essere in tanti perchè ci sia concorrenza, e non si inizierà certo dalla letteratura a premiare il merito... per fortuna? ;-)

domenica 4 marzo 2007

Oltre Finisterre

"E' morto Alejandro Finisterre, poeta, filosofo, editore, ballerino di tip tap e fiero oppositore del regime di Francisco Franco. Tra i primi dirottatori aerei della storia dell'aviazione. Anche se il suo nome non passerà alla storia per tutto questo, ma per aver inventato il futbolìn, cioè il calciobalilla, il bilardino nella versione più moderna. Un'idea di cui parlò sempre poco perché non ne andava particolarmente fiero." G. Giuliani

Ho letto la notizia e ho deciso di informarmi, forse per poterlo ringraziare meglio.
Aveva diciassette anni, quando - ferito e ricoverato in ospedale durante la guerra civile spagnola - inventò un gioco di pallone da tavolo per gli altri ragazzi ricoverati con lui, molti dei quali non avrebbero piu' potuto giocare con le proprie gambe. Si mise all'opera assieme al carpentiere dell'ospedale e in breve tempo le palline iniziarono a insaccarsi nelle porte, tra i corridoi del reparto: era nato il calciobalilla.
Scappato dalla Spagna, dopo la vittoria franchista, vivrà in Francia, in Ecuador, in Messico, tra rivoluzioni, colpi di stato e letteratura. Laureato in filosofia, scrittore, diventò editore per permettere ai tanti esuli di lingua spagnola di pubblicare i propri lavori. Tornò poi in spagna, sempre continuando la sua vita eclettica e riservata.
Talmente riservata che della sua morte la stampa è venuta a conoscenza con molti giorni di ritardo e con dati contraddittori: l'8, il 9 di febbraio, per alcuni addirittura una settimana dopo.

In questa vita avventurosa, il biliardino non ebbe che una minuscola parte durante la sua gioventu'. E scomparve del tutto durante la fuga dalla Spagna, quando perse i documenti che attestavano la sua invenzione.
Si dice però che giocò un'ultima partita, anni dopo, ancora un volta in fuga, con Ernesto Guevara.
Me lo vedo, il Che, che gli dice "Eh no, Alejandro! Non si frulla! Dovresti saperlo: l'hai inventato tu!".

Ritiro quanto ho detto sulla fine della fiaba...

giovedì 1 marzo 2007

L'amuleto segreto di Baba Marta

Il primo di marzo è il giorno di Baba Marta (nonna Marta): e fin qui tutto bene.

Ci si dovrebbe sistemare sul bavero della giacca una martenitsa di filo bianco e rosso: fin qui ancora tutto bene, vorrà dire che oggi toccherà mettersi una giacca.

Possibilmente questa martenitsa dovrebbe avere figura umana: diventa già piu' complicato, ma se a regalartelo è qualcuno che sa fare, ancora non ci sono problemi.

L'ideale sarebbe che fosse a forma di due figurine maschio e femmina (rispettivamente di nome Pijo e Penda): vedi sopra, dunque ancora tutto sotto controllo.

A questo punto si deve girare con tali simpatiche e appariscenti figurine sul bavero: ancora tutto bene, basta un po' di faccia tosta - fino a che...

Fino a che non si vede la prima cicogna.

E dove dovrei trovarla io una cicogna?
Per strada, al caffè?
Forse posso risolvere la cosa ordinandola su ebay?

Poi, la "prima" cicogna: eh si perchè chissà quante ne vedrò quest'anno. Starò attento che non sia la seconda, o l'ottantaduesima, che altrimenti porta male...

A questo punto, si toglie la martenitsa dal bavero della giacca e la si appende al ramo di un albero, sperando che non ti denuncino per danni al decoro pubblico: soprattutto per non essere costretto poi a chiedere la solidarietà di Federico Moccia, per analogia al caso dei lucchetti di Ponte Milvio.

Cercando su Internet, ho forse trovato un centro di reintroduzione della cicogna, vicino a Bentivoglio... dite che vale se la avvisto dentro una gabbia?

Temo non sia piu' tempo per le fiabe...