lunedì 16 luglio 2007

Tempo che passi come un ruspa

Sono invecchiato ufficialmente. Segue, a causa di ciò, uno sfogo privo di senso.

Ieri stavo sistemando un errore sul mio “profilo utente” quando ho notato un altro sbaglio: il blog sosteneva avessi 28 anni. C’ho messo un minuto buono a rendermi conto del fatto che fosse vero.

Mi è sempre capitato di sentirmi a pelle un anno in meno di quelli anagrafici (contrariamente ai giapponesi che invece contano anche il periodo trascorso nell’utero materno) ma questa volta la situazione è drasticamente diversa. A parte il fatto che, per una volta, questi ventisette anni me li sentivo calzare addosso già da diverso tempo (e per cose accadute per la prima volta non me ne sarei attribuiti di meno, va bè, forse appena uno). Ma il fatto è che il passaggio oltre i ventisette anni di età costituisce, almeno dalla nascita della moderna società pop, un rito di passaggio imprescindibile.

Come tutti sanno, infatti, a ventisette anni sono morti Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain e ancora Basquiat, Bobby Sands, Ron McKernan. I ventisette anni hanno per questo (al di là delle superstizioni) guadagnato un ruolo nell’immaginario collettivo (vedi l’effluvio di siti internet dedicati a questo inutile topic): il punto di svolta tra il giovane ribelle e il conservatore che lentamente morirà democristiano.

Raggiungere in vita quest’età viene percepito come l’ingresso nel mondo degli altri. E anche se so bene che in realtà tutto questo non vuol dire niente, che non esiste nessun “gli altri” e tanto piu’ non legato ad una questione anagrafica che, fino a che non si muore proprio, appare decisamente irrilevante, nonostante tutto questa cosa mi ha fatto effetto. E quel ventotto sul profilo utente ancora mi inquieta.

Sarà perché questa notte (a dire il vero si era già verso mattina, e questa faccenda dell’insonnia non so se appartenga alla giovinezza o alla senescenza) mi sono ritrovato prima a guardarmi Marzullo, trovandolo decisamente interessante (cosa che inspiegabilmente mi accade da qualche tempo) e successivamente (in una successiva scorribanda davanti al piccolo schermo) a seguire una improbabile Ottavia Piccolo in vestiti anni ’80 che fingeva di tradurre romanzi erotici, per guadagnare qualcosa, dopo l’insuccesso della carriera da scrittrice del suo personaggio.

E al di là della profonda comprensione che vivevo per il suo personaggio (penso in realtà avrebbe volute essere una commedia, ma non ci giurerei e sicuramente faceva ridere come Kaurismaki visto da depressi) il fatto è che io non vorrei nemmeno sapere chi sia Ottavia Piccolo. Sabato sera avrei invece voluto aver voglia di andare a sentire il concerto degli Arctic Monkeys assieme a quei ragazzini che passavano davanti a casa mia con le magliette colorate, o vorrei invece saper raccontare ogni minuto delle vacanze di… cerco su google… boh… Melissa Satta va bene? (sicuramente va bene per dare ragione al Financial Times riguardo all’abuso del corpo femminile in italia, denuncia che condivido e che - con legittima incoerenza - alimenterò con questo blog) Mi piacerebbe tanto… va bè mi fermo: tanto lo sappiamo tutti che non è vero. O che quantomeno o perso il filo.

7 commenti:

accento svedese ha detto...

Io mi sento ancora diciassette anni. Come ben sai, dico sempre le stesse cazzate di allora, ma con più maturità. :D Non mi pare vero che il tempo sia passato, ma sto invecchiando bene. Anche se non sono più di sinistra ma di centrosinistra.
Agli Arctics c'ero, e non si è notatata la differenza di età.
Gran post, tra l'altro.

20nd ha detto...

L'altro giorno con la band siamo andati a fare un sopralluogo nello sconosciuto locale dove suoneremo. Sconcerto: di fatto uno stadio all'aperto. Il tastierista, invecem colpito per un altro fatto:
"E' pieno di boccini". Per me era semplicemente "pieno di gente". Il fatto che non sia stato portato a consiedrarmo come un non "boccino" e' ALLARMANTE

PS (Boccino = Ragazzino in Cesenate)

duccio ha detto...

sai bene come io senta particolarmente il tema del "tempo dell'uomo".
gran bel post.
ciao

giac ha detto...

@ bardamu: e so anche che ti piace quando parlo piu' di questioni intime, ma sai che asperger piu' di tanto non permette ;-)

@ zonda: se anche qui si dicesse "boccini" probabilmente cercherei di sentirmi tale in ogni modo: splendida locuzione!
Però ad essere onesto son in un periodo in cui entrando in un locale mi sembrano tutti o troppo boccini o decisamente l'opposto... sarà solo misantropia?
Comunque buon concerto!

@ federico: in effetti era un piacere sentire il tuo racconto del pogo da teen ager, nonostante l'orribile concerto di sottofondo che stavamo guardando (Bright Eyes, per chi legge e non era presente). Grazie comunque, anche se mi aspettavo anche un commento sul titolo "pop" ;-)

giac ha detto...

@ federico: ehi ho visto ora sul tuo blog! che esagerato! grazie comunque e ritiro la questione del titolo ;-)

accento svedese ha detto...

Apprendo ora da Google che il titolo è una citazione da una canzone di Carboni. Ottimo! ;)
Non ho esagerato, è vero... :D
Pure io quando vado nei locali sto cominciando a fare caso al fatto che sono tutti boccini... :D

stranigiorni ha detto...

io ne ho 32

a volte però penso di averne 28

non so, 28 suona bene.

quindi è questione di punti di vista.

mi domando per quando ancora potrò vestirmi in indie-maglietta a lavorare senza sembrare un coglione.